ASTRI E CONTRASTI
Cercheremo di tornare alle origini per capire un pò meglio cosa intendiamo quando parliamo di astrologia e lo facciamo leggendo insieme una parte dell’articolo di ANSALONI pubblicato sulla rivista RE NUDO
Gli astrologi occidentali da lungo tempo hanno smesso di osservare il cielo.
L’interpretazione Tolemaica di una terra fissa al centro di un universo fisso ha portato (a causa della precessione degli equinozi) ad una discrepanza tale tra il cielo reale e quello immaginato dall’ astrologia occidentale da rendere l’osservazione delle stelle un’attivita’ incoerente con le effemeridi astrologiche; e ciò ha comprensibilmente relegato questa antica scienza tra le arti di superstizione.
Proviamo dunque a tornare alle origini…
Sotto un unico cielo
di Paolo Bashir Ansaloni
Pubblicato su “Re Nudo” marzo/aprile 2007
L’origine dello studio dei cieli, non importa come vogliamo chiamarlo – astrologia o astronomia, in quanto anticamente non erano separate – ha origini antichissime e viene attribuita fondamentalmente a due civiltà: quella sviluppatasi nel sub-continente indiano di origini Vediche e pre-Vediche e quella sviluppatasi nel vicino oriente di origini Caldee ed Egizie.
Entrambe giunsero ad una conoscenza incredibilmente precisa del cielo, se consideriamo i limitati strumenti a loro disposizione. Era un’arte ed una scienza riservata alla casta dei sacerdoti che per secoli, forse millenni, hanno osservato il cielo notturno registrando tutto ciò che vedevano.
La tradizione Vedica indiana ha origini che si perdono nella notte dei tempi; il suo sistema si basa sui cicli lunari, i più immediati da definire ed osservare, suddivide il cielo in 27 costellazioni che corrispondono ciascuna allo spostamento lunare in un giorno solare – essendo il ciclo lunare di 27 giorni ed 8 ore. Ancora oggi attribuisce alla Luna un valore preminente.
La tradizione Caldea e poi Egiziana, pur mantenendo in uso un calendario lunare per le attività agricole, sviluppò un sistema basato sul ciclo solare. Osservando il cielo all’alba o al tramonto, gli astrologi-astronomi avevano notato che le stelle più luminose erano visibili fino a mezz’ora prima o dopo la luce del giorno. Prendendo nota di quando Sirio si levava vicino al Sole (levata eliaca) e calcolando il numero di giorni che intercorrevano tra due levate eliache successive crearono un calendario di 365 giorni diviso in 12 mesi di trenta giorni con cinque giorni di correzione dedicati a cerimonie e celebrazioni. Inoltre, osservando i gruppi di stelle che apparivano ad est dopo il tramonto, hanno dato origine alla mappa di Costellazioni, ancora usate a tutt’oggi sia in astronomia che in astrologia.
Per definire con precisione le dodici porzioni di cielo delle quali ciascuna Costellazione é, come dire, l’etichetta, si scelsero due stelle: Aldebaran del Toro ed Antares dello Scorpione, in quanto perfettamente opposte nella volta celeste, quando l’una sorge, l’altra tramonta. Aldebaran ed Antares, definite stelle fiduciarie, sono entrambe poste a 15 gradi dei rispettivi Segni-Costellazioni rendendo così possibile tracciare la suddivisione della volta celeste in dodici porzioni eguali relative alle Costellazioni dello Zodiaco.
La tradizione Vedica usa attualmente come stella fiduciaria Spica della Vergine (30 gradi Virgo).
La differenza tra i due sistemi e’ comunque inferiore al grado.
La cosa che accomuna le due tradizioni dunque è che entrambe fanno riferimento alla posizione reale delle stelle in cielo (Costellazioni) nel definire i transiti del Sole, della Luna e dei pianeti visibili; ovvero usano un sistema siderale o stellare, che è stato mantenuto fino ai giorni nostri.
Ciò che ancora sorprende per la precisione delle loro osservazioni e’ la conoscenza del fenomeno della precessione degli equinozi…La Terra e gli altri pianeti del sistema solare ruotano attorno al Sole su un unico piano, sul quale le loro orbite appaiono concentriche, detto piano dell’eclittica (Plutone segue invece un’orbita leggermente inclinata). Le Costellazioni che appaiono sulla fascia di cielo corrispondente al prolungamento ideale del piano dell’eclittica vennero definite sin dall’antichità come Costellazioni dello Zodiaco; osservando il movimento della Luna e dei pianeti di notte essi ci appaiono attraversare le Costellazioni della fascia dello Zodiaco. Da sempre le Costellazioni dello Zodiaco hanno costituito la mappa per definire il movimento dei corpi celesti.
L’asse della terra, si sa, è inclinato rispetto il piano dell’eclittica di cirda 23 gradi, ciò produce l’alternarsi delle stagioni; fenomeno meno conosciuto invece è il fatto che lo stesso asse ruota su se stesso, in una sorta movimento conico, in tempi relativamente lunghi….Il risultato più immediato è che il punto di equinozio rispetto le stelle fisse si sposta di un grado ogni 72 anni circa, impiegando 2.150 anni ad attraversare un segno, da qui le Ere astrologiche…
Così era almeno fino a quando i Greci cominciarono ad apprendere la conoscenza dei cieli dagli Egiziani. Euctemone, Atene V sec. a.C., fu il primo ad elaborare un calendario basato su equinozi e solstizi, detto tropicale; il suo lavoro fu ripreso da Hipparco II sec. a.C. che elaborò il primo Zodiaco non riferito alle stelle fisse, bensì al punto di equinozio (Punto Vernale)
Nel II sec d.C. Tolomeo perfezionò il lavoro definendo il solstizio di primavera con l’ingresso del Sole nella costellazione dell’Ariete… come correttamente avveniva alla sua epoca, eccedendo però (se mi permettete l’espressione) nel volerlo fisso per l’eternità!
Da qui la discrepanza che si è formata col passare dei secoli fino ai giorni nostri; il 21 marzo in verità non sarà a 0° Ariete bensì tot gradi in Pesci!
A questo punto viene spontaneo chiedersi: Ma allora sotto che Segno sono nato? …Più in generale è giusto ricordare che il sistema delle case e le relative posizioni dei pianeti nelle stesse rimane invariato; altrettanto dicasi per gli aspetti tra pianeti. Pure per i transiti le cose non cambiano, quindi le dinamiche di previsione non cambiano di molto.
Ma allora cosa cambia? La fascia zodiacale scivola indietro di quasi un segno… ma non solo…
A causa della confusione indotta e mai chiarita tra Costellazione (siderale-astronomico) e Segno (tropicale-simbolico) l’astrologia ha perso la reale connessione con la volta celeste ed ha avviato un processo di razionalizzazione del linguaggio simbolico astrologico riferendolo ad un cielo anch’esso simbolico… In altre parole riportando alla verità del cielo la carta di nascita, si avvia un processo di chiarificazione e di liberazione da sovrastrutture del metodo astrologico.
Mi sento di poter dire che quando in un sistema si introduce anche una sola goccia di verità pian piano questa lo purifica completamente…
.. è la liberazione dall’idea di ESSERE IL SEGNO.
… cito la magnifica sintesi espressa al riguardo da Osho
“Il significato dell’astrologia è questo: tu non sei, ma l’universo è. Il tuo ego non è, ma il cosmo è”…
Bashir P. Ansaloni
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