MITO

Il mito si fonda sul bisogno Collettivo di plasmare le nostre esperienze attraverso i Simboli che l’astrologia ci propone,al fine di meglio comprendere quale che siano gli incastri Archetipi Collegati all’Astrologia e alla Psicanalisi

Mito, sogno, simbolo nella psicoanalisi. Gli archetipi.

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Evirazione di Urano del Vasari

Già con le ipotesi di Wundt si affaccia il tema della «proiezione». Con Freud, come è noto, il contenuto della proiezione sarà dato dall’inconscio; con l’analisi dei sogni, che diventa per Freud uno degli strumenti più importanti per la comprensione dei miti, si compie perciò un passo fondamentale per il raccordo fra antropologia e psicoanalisi, o meglio fra struttura psicologica e cultura. Secondo Freud il sogno traduce i movimenti profondi dell’inconscio; e diviene evidente, così, che il linguaggio dei sogni è analogo a quello dei miti, e che è possibile, quindi, decifrarne il particolare simbolismo. Il mito viene assunto, perciò, come una manifestazione collettiva altamente elaborata dello spirito umano, di cui rivela e, al tempo stesso, dissimula certe tendenze inconsce. Sarebbe questo il senso del mito di Edipo, in cui Freud ha creduto di riconoscere l’espressione drammatica di una fase universale dello sviluppo psichico dell’umanità. Seguito su questa strada da molti dei suoi più famosi allievi (quali O. Rank, K. Abraham, G. Jung), Freud tenta di scoprire il «linguaggio dimenticato» dei miti, mentre la sua «scienza dei sogni» serve a rivelare agli etnologi e agli antropologi che il contenuto manifesto di un simbolo o di un mito copre sempre un contenuto latente che non affiora alla coscienza. Per quanto riguarda il mito, è importante comprendere un punto essenziale della teoria dello «psichico» di Jung, che sembra affrontare proprio il problema del contenuto di «realtà» del mito. La coscienza che forma lo «psichico» insieme all’inconscio è, per Jung, la capacità dell’uomo di riferire al proprio lo cose, situazioni, persone. E, in altri termini, la condizione individuale di apprendimento della realtà esterna, nella sua relazione con il soggetto, e pertanto i contenuti della coscienza sono oggettivi; ma – ed è questo il punto essenziale – costituiscono una realtà psichica soggettiva, cioè una realtà che prescinde dal giudizio di valore ontologico sull’esistenza in sé dell’oggetto che entra nell’ambito della coscienza. La realtà psichica, tuttavia, si oggettivizza sempre più chiaramente quando a definirla concorra la presenza di un medesimo atteggiamento in più individui. Nel mito emergono dall’inconscio, e si attualizzano, gli «archetipi», che sono delle forme costanti, delle possibilità di rappresentazioni che si ritrovano simili sempre e dovunque (La coscienza, 1958).

Era questo uno dei problemi che si erano posti già diversi antropologi: la somiglianza e le analogie che si ritrovavano nei miti di popolazioni diverse e distanti fra loro. Già A. Bastian (citato in Th. Achelis, L’ethologia moderna, 1896) si era lamentato della «spaventosa monotonia» delle idee fondamentali degli uomini in tutto il globo, e F. Boas, a sua volta, diceva che «niente sembra viaggiare più in fretta e più facilmente delle storie fantastiche», per la «fame» che gli uomini ne hanno e al tempo stesso per la loro pigrizia nel crearne, cosa questa che giustificherebbe l’ipotesi della «trasmissione» e quindi la presenza delle stesse idee in luoghi distanti fra loro (La mente dell’uomo primitivo, 1911).

Significato della parola MITO

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“Prometheus”-Gustave Moreau- 1868

Mito, termine derivante dal greco mythos, che in Omero significa «parola, discorso» ma anche «progetto, macchinazione», e che secondo W.F. Otto (1951) avrebbe originariamente indicato «la parola nel senso antico, che non distingue tra parola ed essere».

In età classica il significato del termine si precisò in «racconto intorno a dei, esseri divini, eroi e discese nell’aldilà» (Platone; Repubblica 392a); e nel pensiero filosofico ( mythos, in quanto discorso che non richiede o non prevede dimostrazione), fu contrapposto a lògos nel senso di argomentazione razionale. La parola moderna «mito» ha un campo di applicazione assai ampio e numerose, diverse accezioni, sicché risulta improponibile una definizione univoca del concetto.

Nel generale ripensamento dei problemi del sacro che caratterizza la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, sia nell’ambito della storia delle religioni sia in quello antropologico, il mito viene assunto o come narrazione e struttura religiosa fondamentale, o come modalità di fondazione delle istituzioni culturali, o, infine, come «forma di pensiero», come creazione ideale, distinta dal pensiero logico o scientifico.

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Di seguito potete trovare un piccolo approfondimento su quello che è il Mito a noi tutti più familiare

..il mito degli Dei dell’Olimpo Greco

Mitologia Grecia

Giove e Teti

La mitologia greca, probabile sviluppo delle credenze primitive cretesi, comprende un insieme vastissimo di leggende, spesso collegate tra loro, riguardanti dei immortali dalle sembianze e sentimenti umani, che dimoravano sul monte Olimpo e che avevano ruoli precisi e per questo venivano adorati dai mortali con riti differenti.

Su tutti governava Zeus, il signore degli dei.

Gli altri undici dei principali erano Afrodite, Apollo, Ares, Artemide, Atena, Demetra, Efesto, Era, Ermes, Estia, Poseidone.

Ogni dio aveva poteri derivanti dal proprio ruolo e veniva spesso accompagnato da divinità minori. Per questo motivo proliferavano templi in ogni città e si organizzavano sovente feste in loro onore in cui poeti cantavano le loro gesta leggendarie contribuendo così a divulgare oralmente la conoscenza degli dei nel popolo.

I Greci erano molto timorosi nei confronti dei loro dei, poiché sapevano che sarebbero stati puniti severamente se non avessero mostrato umiltà e devozione.

Per continuare ad avere la benedizione dei loro dei, i greci erano soliti pregarli ed onorarli con sacrifici di animali, naturalmente la magnificenza del sacrificio era proporzionale ai potenziali vantaggi che ne sarebbero seguiti se le divinità li avessero ascoltati.

Alcuni luoghi erano considerati particolarmente sacri, ad esempio Delfi era dedicata ad Apollo ed in uno dei suoi numerosi templi vi era un potente oracolo che prediceva il futuro.Esso era protetto, come ogni tempio, dai sacerdoti, i quali erano anche gli unici degni di essere preposti al suo mantenimento ed all’interpretazione delle parole del dio che inevitabilmente risultavano di difficile comprensione per i mortali.

(letto su Digilander-mitologia)

Nome Latino Nome Greco
Giove
Giunone
Apollo
Marte
Saturno
Venere
Cupido
Diana
Minerva
Terra
Vulcano
Esculapio
Cerere
Mercurio
Bacco
Vesta
Opi
Nettuno
Plutone
Somnus
Urano
Zeus
Era
Apollo
Ares
Crono
Afrodite
Eros
Artemide
Atena
Gea
Efesto
Asclepio
Demetra
Ermes
Dioniso
Estia
Rea
Poseidone
Ade
Hypnos
Urano

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