Il Matto, signore dell’ Interregno

matto osho

di Pio del Guercio

Il significato che, generalmente si attribuisce a questo tarocco, ci parla di: non gestibilità della propria vita, imprevedibilità, stravaganza, irrazionalità e ansia. Il tutto può essere riassunto nella parola caos. Situazioni esterne, caotiche, che creano confusione interiore. Insomma possiamo dire che, in una stesa, questo arcano, non ci parla di un periodo facile della nostra vita. Ma se è vero, ed in effetti lo è, che non tutti i mali vengono per nuocere, vediamo in che modo tutto questo ci può aiutare e come mai questo aiuto ci può venire da una lama, che tanta fiducia, potrebbe non ispirare. Facendo un viaggio a ritroso nel tempo, vediamo che il matto non è altro che un antico antenato dell’attuale jolly, che per altro, viene chiamata anche, matta. Il jolly, non ha un suo valore, ne appartiene a nessuno dei quattro semi, di conseguenza anche a questa carta, come al matto, gli si può tranquillamente attribuire il numero zero. Se mettiamo a confronto il matto dei tarocchi svizzeri con l’attuale matta, la discendenza,della seconda, dalla prima è molto più evidente, tanto da poterle confondere. L’attuale matta dà la possibilità, al giocatore di poterla sostituire con qualsiasi altra carta, dandole il valore che più gli è utile nel gioco, ovviamente, offrendogli una possibilità in più, rispetto all’avversario che dovesse esserne sfornito. Il jolly, joker o matta, ufficialmente, compare nella seconda metà del xix secolo in America, col nome di juker che, in tedesco, vuol dire ragazzo. Ora cerchiamo di capire come mai le fu data questa valenza positiva, di aiuto che un po’ stride rispetto ai significati che in genere si attribuiscono al matto dei tarocchi. Nell’antichità, esprimere le proprie idee liberamente, poteva costare addirittura la vita. La pazzia dava una specie di immunità da questo, ed ecco che, in quel caso, era positiva. Ricordiamo anche, che per alcune civiltà antiche tutti gli stati alterati della realtà, dal sonno alla follia, venivano considerati come tramiti che mettevano in contatto con la divinità. Sarà stato questo il motivo? Potrebbe essere… Ma vediamo anche che valenza positiva, il matto, può avere in una stesa. Personalmente, questa carta, la chiamo, del 50% . Infatti, nel caos delle situazioni o degli stati d’animo di cui ci parla, è possibile, a seconda di come ci muoviamo, di trovare un nuovo ordine e ribaltare in positivo la situazione o farla precipitare,quindi le possibilità sono giusto al 50%. Del resto, è dal caos primordiale, che è nato l’universo in cui siamo immersi. Ora che si può guardare con più tranquillità a questa carta voglio provare ad ampliare il significato di questa lama ed andare a esplorare oltre ciò che conosciamo. Certo c’è un po’ di presunzione in questo, visto che anche ciò che conosciamo ha diversi punti oscuri ma ci provo comunque, visto che mi piace credere nella teoria della reincarnazione e nel destino prescelto dall’individuo prima della incarnazione e ho provato a capire in che modo sia stata lasciata traccia nella simbologia dei Tarocchi da quella antica e sconosciuta saggezza. Sicuramente l’estensione di questa lama come delle altre 21 è quasi infinita, visto che, con così pochi simboli, tentiamo di affrontare gli innumerevoli aspetti della vita ed io, non ho certo semplificato il tutto nel tentativo di andare anche oltre questa ma visto che credo che le scelte semplici alla fine non ci portano lontano ci provo comunque. Torniamo all’ ipotesi che scegliamo personalmente il percorso dell’esperienza da incarnati. Proviamo ad immaginare, in funzione di questa teoria, la fine dell’attuale percorso, possiamo credere che dovremo affrontare un certo tempo nell’analizzare, valutando da un diverso punto di vista, a cosa ci ha portato l’appena terminata esperienza e cosa abbiamo compreso e quali altre cose dobbiamo imparare, quali nodi sciogliere per raggiungere la meta finale… beh!! quale possa essere non lo so proprio anche se ho una mia teoria ma almeno questa, per il momento la tengo per me. Di certo liberi dell’ingombrante e pretenzioso involucro materiale, c’è la possibilità che tutto appaia sotto una luce completamente diversa. Sicuramente ci dovremmo rendere conto che spessissimo abbiamo prestato più attenzione a ciò che il nostro corpo, con forza pretendeva e di come abbiamo finalizzato il tutto nell’ impaziente fretta che il breve spazio della vita impone, ignorando un po’ troppo spesso i bisbigli di quel corpo sottile così discreto da far dimenticare molto, se non troppo, anche la sua presenza ma chè è quello che c’era, c’è e ci sarà a dipetto dell’altro che è diventato cenere o è rientrato come cibo per vermi, nel naturale ciclo della madre terra. Credo che nella migliore delle ipotesi ci sentiremo un tantinello stupidini nello stesso modo in cui ci saremmo occupati di rattoppare un vestito sempre più lacero trascurando il corpo che riveste. Personalmente quando cerco di pensarmi in quel momento mi lascio vincere da qualche momento di disperazione, per quanto non mi considero pessimo so anche di non essere ottimo, come la gran stragrande maggioranza degli individui ma poi riesco anche ad assolvermi, solo in parte, pensando che in fondo, se sono qui, ho ancora tanto da imparare e non potevo comportarmi diversamente. Se questa mia ipotesi, condivisa anche da altri, fosse realtà il caos in noi sarà inevitabile, ciò che sembrava giusto ed inevitabile sembrerà il contrario e viceversa. Insomma saremo costretti a rivedere tutto sotto una nuova prospettiva e non è difficile credere, che per recuperare il perso e migliorare saremo anche disposti a sottoporci a nuove e anche più difficili prove di quelle appena superate. Le trovavamo ingiuste, quante volte abbiamo detto “ ma che male o fatto per meritare questo” o anche “ perchè proprio a me” ma la visione dell’insieme ci renderà impossibile pensare diversamente, troppo alto il premio e nessun sacrificio sarà considerato troppo gravoso e non seconda come sensazione l’icredulità nell’essere stati tanto cechi da non vedere ciò che in quel momento sembrerà più che lampante.In fondo non è questa la sensazione che proviamo quando incrollabili convinzioni vengono meno? Un amore che ci tradisce o semplicemente finisce, un amicizia in cui credevamo che viene meno, il lavoro in cui avevamo messo tutte le prospettive del futuro si perde, un bene materiale tanto faticosamente guadagnato e desiderato svanisce nel nulla ed altre situazioni simili. Sgomento, incredulità, paura e tanta tanta confusione. Insomma la gran maggioranza di ciò che possiamo vedere espresso, oltre il resto, nella lama zero, il Matto. Sarà sempre personale il modo di affrontare superare o no questa situazione e in quanto tempo ma per tutti sarà come vivere un interregno dal quale acquisiremo un nuovo e del tutto personale modo per affrontare il futuro, avendo acquisito nuovi elementi per farlo. Quegli elementi che mi piace pensare che il matto porti nel fagottino legato al bastone in spalla mentre intraprende l’avventura di un nuovo viaggio alla conquista di una nuova meta.

In virtù di tutto questo e nella speranza che non verrò prima sottoposto a un TSO, mi sento di poter dare al Matto il titolo di signore dell’interregno e a pieno titolo avendone tutte le caratteristiche per esserlo.

by Pio Del Guercio-Tutti i diritti sono riservati

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