“QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER TE” Indagine Psico-Astro-Mitologica sulle D.C.A-PRIMA PARTE

SPECCHIO DELLE MIE BRAME

“QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER TE”

Anoressia e Bulimia, il male oscuro dell’Universo Femminile

Indagine Psico-Astro-Mitologica sulle Disfunzioni del Comportamento Alimentare

BY NUNZY CONTI

Pubblicato in versione articolo sul numero 193 (prima parte ) e 194 (seconda parte) di LINGUAGGIO ASTRALE

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Voglio  condividere con voi oggi, un lacerante, enorme dramma che si consuma ogni giorno davanti ai nostri occhi: un dramma  che attraversa l’anima e devasta il corpo, di tutte quelle figlie e figli che in qualche modo, ad un qualche livello,  vengono contagiati da un delirante      ossessivo patologico  “Disturbo del Comportamento Alimentare” (DCA)

Anoressia Nervosa10, Bulimia Nervosa11, Binge Eating Disorder12, Obesità, Ortoressia13, Picacismo14,  Mericismo15,  Bigoressia16, e altri ancora, sono tutti disturbi della sfera alimentare, difficili da diagnosticare e ancor più difficili da trattare, in quanto subdoli nella loro insorgenza, cronici nel loro decorso.

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Sono termini  entrati nella nostra quotidianità; se ne parla e ci si ragiona in tutti gli ambienti culturali e intellettuali, con lo scopo di comprenderne i significati psicologici e per cercare di trovare risposte e soluzioni a un fenomeno ormai epidemico che,  chi più, chi meno ci coinvolge tutti.  L’inquietante abbassamento oggi dell’età in cui insorge la malattia viene a sfiorare bambine di 8/10 anni. Si stima che solo in Italia ne soffrano tre milioni di ragazzi. Un malessere dunque che ci affligge da tanto, troppo tempo. Ci troviamo “da un parte le “sante del digiuno”, impegnate furiosamente in una strategia di privazione; dall’altra, le “peccatrici bulimiche”, in ostaggio ad una compulsione alimentare che non conosce freno nell’assunzione di cibo e negli inevitabili successivi rituali di espulsione..” Discorso a parte, ma non meno complesso è quello del BED (BINGE EATING DISORDER), che rappresenta il dramma delle abbuffate ricorrenti. I Soggetti possono essere in grave sovrappeso e non fanno uso del mezzo di compenso come il vomito. Sono afflitti da una fame costante. Molto spesso sono state vittime di abusi.   Nei casi più gravi possono raggiungere un peso ponderale anche di 300 chili…

L’Anoressica si erge su tutti gli altri, i deboli, è orgogliosa di “tenere in pugno il suo organismo e i propri bisogni”. A livello psicologico in realtà manca proprio di questa autonomia. Non è indipendente, ne in grado di decidere per se e teme costantemente la perdita del controllo.

La Bulimica, invece, offre agli altri un immagine di sé diversa dalla realtà,  una finta facciata, accetta solo la propria immagine perfetta, e rifiuta il suo vero IO, di cui teme il suo manifestarsi. Ciò che manca a livello cosciente è l’accettazione di se, la capacità di far posto alla sua vera natura, ritenuta imperfetta.

L’Obesa, purtroppo, costruisce attorno a se un impenetrabile barriera protettiva, si isola fisicamente perché  non riesce a farlo psicologicamente. Servendosi della “ripugnanza che ispira” tiene tutti a distanza, incapace di sostenere l’interesse degli altri, quando inizia a perdere peso.


 

Questi  disturbi producono tutti lo stesso risultato. CREANO DISTANZA, ci spiega Renate Gockel in “Donne che mangiano troppo”. Sembra dunque, alla luce di questa prima  indagine, che, nella manifestazione del sintomo, in tutte   loro, “sia presente ciò che è assente a livello di coscienza”17

“Nelle dimensioni del nostro corpo…si agitano i più profondi…” e “primitivi problemi dell’anima… Ma essere pesanti in una società che predilige gli esili equivale a una neppur tanto mascherata esclusione sociale. Quando la posta in gioco non è tanto dimagrire e apparire agili e leggeri, quanto essere socialmente accettati e quindi “esistere” 2

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E oggi siamo qui per parlare in particolare di queste  donne, donne  che,  mentre aspettano immobili che qualcuno le tiri fuori dall’inferno, continuano a frequentare gli Abissi della loro anima ammalata, in un mutismo e distacco che impedisce a chiunque di avvicinarsi e toccarle.

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Sopravvive in loro un’ immagine virginale, sacra e distaccata, esclusa  da qualsiasi desiderio e privata di ogni  bisogno.. Sono le artiste della fame. Come scrive Alessandra Arachi in ‟Briciole” Storia di un’anoressia”: “…i trenta chili sono il loro sogno, il -no, grazie- a ogni offerta di cibo, il loro vanto.. Le loro labbra non si aprono più né per una forchettata di verdura, né per una parola di spiegazione…

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E  si auto-convincono che “La gente soffre perché mangia troppo…Quando ci si toglie il peso dallo stomaco si riprende a pensare in modo sano.” dice Moira  in “Little Mary”! 3  Diapositiva20

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Ma loro non accettano alcun cambiamento, sono legate ad una immobilità dove autisticamente nulla deve essere spostato e contaminato ne dal tempo, ne dalle circostanze…” lo zero a cui tendono calcolando l’apporto calorico che deve essere esattamente e disperatamente uguale a ciò che viene espulso..4 Queste donne tristi vengono da un infanzia e adolescenza che  le ha esposte al delirio dell’eccellenza. Bambine alle quali è stato chiesto di essere brave e buone, di affrontare responsabilità molto più grandi dell’età che avevano. Il loro corpo, che ricorda i campi di concentramento, è un inno alla morte, un orrore che ci obbliga tutti a riflettere a guardare il peso delle nostre responsabilità, perché quando una bambina/Kore sprofonda negli Inferi di Ade, e non ne esce più, noi prima come genitori, poi come famiglia e società, una domanda dobbiamo porcela. Dove nasce l’errore, dove risiede l’inganno, dove è iniziato tutto?  L’astrologia oggi può aiutarci a prevenire, perché ci urla a gran voce “Attenti a quei Due”. Intendendo con questo grido di osservare attentamente Saturno e Giove, nel loro porsi nei confronti della nostra amata Luna.

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“Se non andiamo quando il tempo è venuto, per noi verrà l’Anima…  una notte un battito di cuore alla porta. Fuori, una donna nella nebbia. Ramoscelli ha per capelli, e un abito di erbe, sgocciolanti verdi acque del lago. Dice: Sono te, e vengo da tanto lontano. Vieni con me, ho qualcosa da mostrarti… Si volge, e le si apre il mantello. D’improvviso, luce d’oro… ovunque…” 5

C’era una volta una bambina che non aveva madre ne padre, e viveva nel bosco oscuro. Vendeva Fiammiferi. Arrivò l’inverno, e faceva molto freddo. Vagava per le strade e pregava i passanti di comprarle qualche fiammifero, ma nessuno si fermava e nessuno si curava di lei. Così una sera si mise a sedere e disse tra se: Ho dei fiammiferi. Posso accendere un fuoco e scaldarmi.” E subito,  freddo e neve, svanirono come per incanto. Nella luce dei fiammiferi percepiva visioni meravigliose, una stufa, una casa calda e anche un albero di Natale, quando d’improvviso dal nulla apparve la sua amata nonna e la bimba fu tanto felice di vederla. La nonna sollevò il grembiule, l’avvolse attorno a lei e se la strinse tra le braccia. Insieme iniziarono a salire alte nel cielo dove non faceva freddo, non c’era ne  fame‚ né dolore. La mattina dopo, lì tra le case, la bambina fu ritrovata immobile. Era volata  via per sempre. 6

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 Rifiutare questo processo di trasformazione  per rimanere eternamente cullate nella fantasia di bambine, significa morire… e la farfalla lo sa bene che ha poco tempo per uscire dalla crisalide e permettere alla linfa vitale di scorrere nelle sue ali.… “Un giorno un uomo che passava per caso, si mise a guardare una farfalla che si sforzava di uscire dal suo bozzolo. Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa e che avesse fatto tutto ciò che poteva per uscir fuori, ma inutilmente. Allora l’uomo, mosso a compassione, aprì il bozzolo e la farfalla uscì immediatamente. Il suo corpo era piccolo, rattrappito, e le sue ali poco sviluppate. Si muoveva a stento. L’uomo sperava che le ali della farfalla si aprissero per sostenere il corpo. Ma nulla accadde e la farfalla passò il resto della sua vita trascinandosi un corpo rattrappito. Non fu mai capace di volare.”7

Se non è forte, se non è pronta, se la sua volontà è latente, se viene mal sostenuta e aiutata in quel momento drammatico, lei morirà, invalida perché le sue ali rimarranno chiuse per sempre. Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di compassione non aveva capito, era che passare attraverso lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinché la farfalla diventasse forte.  Come nella piccola fiammiferaia,  l’aiuto della nonna, ” si è portata via l’anima, lasciando dietro di se il suo involucro.”

“E l’inverno porta con se  il bacio della morte…”5

La bimba congelata, priva di nutrimento affettivo tende a elaborare continui sogni a occhi aperti, sul come sarebbe se… una fantasia che uccide. Una mente confusa e un cuore graffiato e ferito non permettono di vedere la realtà. Kore, la donna anima, l’adolescente, che “in un intento narcisistico, cade vittima delle profondità di uno sconosciuto e orribile inconscio, nel suo viaggio drammatico, dovrà imparare a lottare se vorrà trasformarsi in Persefone, la regina degli Inferi”.1  E così deve essere, per tutte noi, piccole fiammiferaie.

Quante possibilità  la piccola fiammiferaia avrebbe avuto, se invece di cullarsi in fantasie e fantastiche visioni, nell’attimo di eterno in cui sospende il tempo, avesse agito per ri-nascere a nuova  vita, dandosi una possibilità, invece di lasciarsi andare ad una morte, sublimata dalla sofferenza?

“… Coglieva fiori, rose, croco, e le belle viole, sul tenero prato, e le iridi e il giacinto e il narciso, che aveva generato, insidia per la fanciulla dal roseo volto… attonita, ella protese le due mani insieme per cogliere il bel giocattolo: ma si apri la terra 9… e l’anima fanciulla rapita da un oscura forza sovra personale viene gettata in un mondo altro e sconosciuto”1.

Ma queste anime ammalate, soffrono l’incapacità di questo passaggio, generano conflitti tali da proiettare sulla visione sublimata del loro corpo tutte le loro inadeguatezze, una su tutte domina: la negazione al cibo, al nutrimento, fonte di tutti i malanni . E così  afflitte nello spirito rifiutano la realtà, non hanno occhi per vedere la devastazione che commettono sui loro corpi, quello che non vogliono è crescere, diventare adulte, per rimanere nel limbo di un infanzia che le ha catturate e non vuole lasciarle andare. “La lotta contro il trascorrere del tempo la allontana dalla sua aspirazione a rimanere figlia-adolescente. Il tempo è una sorta di nemico da fuggire, un avversario a cui sottrarsi. È il corpo a testimoniare in maniera ineluttabile la caducità umana, su di esso si imprimono i segni del tempo…”1Diapositiva37

Tutte come “Peter Pan, il bambino che non voleva crescere” in un idillio di leggerezza e santità“  La difficoltà sta proprio lì, i disturbi dell’alimentazione passano proprio attraverso questo meccanismo, sia le sante del digiuno, sia le peccatrici della voracità, fanno fatica ad attraversare la loro vita e a confrontarsi con il mondo adulto.

In questo caos imperante fra la paura di crescere e l’impellente  necessità di “sembrare invece che essere”,  si legge tutta  “ l’ombra di Nettuno”. Lui non ha identità, dentro di te c’è il vuoto… “il  dolore dell’anima che soffre perché sente di non potersi  affrancare da ciò che è collettivo”.18

Nettuno stimola l’anima al mutamento delle forme, in un indagine spirituale  profonda intima e privata. Ma se la coscienza non è solida, si cade  nella trappola della dissolvenza, con una mancata visione del se reale. Il cambiamento che Nettuno chiede prevede una lenta trasformazione per arrivare alla completa metamorfosi, in un equilibrio stabile fra inconscio e   coscienza, basi sicure per una solida identità. Questa visione così mutevole e illusoria che la donna interpreta costantemente nei  processi di trasformazione, si conferma proprio nell’importanza che  Nettuno assume nei temi natali di queste anime silenti . Lui stimola la crisalide a diventare farfalla una fantastica avventura, ma che, di certo inizialmente procura  caos e disgregazione, perché  accettandone la sfida, in bene o in male, la trasformazione sarà irreversibile. “La costruzione dell’Identità nei disturbi della condotta alimentare è difficile e complicata: “da una parte la ragazza anoressica, attacca il corpo naturale, sino a negare il bisogno di cibo e la manifestazione mestruale”, dall’altra è” particolarmente agguerrita sul piano sociale, nutrendo la mente e studiando moltissimo, fino a sbaragliare qualsiasi concorrente in termini di successo scolastico”2, perché una cosa va detta, queste ragazze sono assolutamente “impegnate nello sforzo  di essere sempre al primo posto, in un delirio narcisista che le porta a dover corrispondere alla sensazione di non essere mai adeguate.

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Nell’equazione simbolica di MADRE-MONDO-CIBO, avviene l’idillio simbiotico con il bene più profondo: la “grande madre”. Il suo calore, il suo amore, il suo abbraccio, in bene o in male, le àncora, sono le “brave bambine” che mai l’abbandoneranno”. Anche quando viene meno  quella fonte di calore, che può restituirci ad una vita di gelo e astensione,  la nostalgica fantasia le condanna  alla “possibilità” del “come se fosse”.  Ed eccoci lì, a “vendere i pochi fiammiferi che abbiamo”,  rassegnate al freddo, alla fame e alla solitudine.  Sono tutte prigioniere di un incubo dove sospendono il tempo. Questo bisogno di oltrepassare i propri limiti ,di trascendere la materialità, illudendosi di non pagare poi lo scotto delle proprie esagerazioni fa parte, purtroppo di tutto il genere umano…

“Nel bene come nel male non riesco a non essere eccessiva… Se c’è un termine che mi definisce veramente è “troppo”. Mi innamoro troppo mi appassiono troppo. Mi stanco troppo. Mi arrabbio troppo…”8

Nel mito di Kore, ci ricorda Mari Ela Panzeca, sarà proprio Gea a far sbocciare il narciso. La dea offre ciò che sottende al prato fiorito.  Gea, “la dea che tutto contiene”, colei che nutre, che dona la vita, ma anche colei che,  essendo legata allo spirituale e lo psichico, riceve dopo la morte. Il mondo di Kore è un mondo “edulcorato”, è quella parte nostra infantile, “ il mondo di sopra, quello della natura senza gli aspetti di profondità, che competono a Gea.  Noi diciamo “madre terra”, “madre natura”, e questo legame tra il  femminile e la  terra è  sempre stato molto forte.” Come tutto il mondo delle dee Lunari.

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Un fattore a lungo indagato a livello psicologico nello sviluppo delle DCA sono a livello familiare gli stili di attaccamento. La luna e la casa seconda ci parlano di attaccamento. Ma sono gli aspetti che forma la Luna che ci indicheranno quello che abbiamo sperimentato, incontrato, attraverso la figura di nostra madre. Tutti i pianeti che fanno aspetto con la Luna, ci parleranno sempre del tipo di infanzia che abbiamo vissuto, quale condizionamenti abbiamo ricevuto e come è stato possibile esprimere le nostre emozioni.  Ogni donna porta con se la propria storia personale e non è mai un caso che diventi anoressica invece che bulimica, od obesa, ma una cosa è uguale per tutte, quello che le accomuna risiede nelle radici della primissima infanzia, nel mancato appagamento dei bisogni nelle primissime fasi del nutrimento. Una risposta inadeguata,  crescendo  “creerà modelli di comportamento alterati, incapacità di sopportare le frustrazioni, avidità, ingordigia tendenza ad aggrapparsi agli altri”20, e tutte le dipendenze che ne deriveranno.

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Quando queste fasi sono state alterate, anche le nostre emozioni, non funzionano, se non abbiamo imparato a  gestirle e riconoscerle, il buon funzionamento del nostro corpo ne risente. L’emozione è la voce dell’anima, senza di essa la vita perde di significato. Quando le nostre emozioni sono bloccate anche il nostro intelletto ne risente perché “utilizzando solo la parte razionale diventiamo molto schematizzati, quasi pietrificati all’interno”18.  “Le parole non sono più efficaci e diventano mutismi del cuore… il tempo del mondo è “segnato da un corpo che velocemente scompare, con spazi interiori inaccessibili al linguaggio verbale…” Loro vogliono essere guardate. Soddisfare le aspettative esterne. Vogliono  attirare l’attenzione. Illudersi di esistere almeno un attimo, nello sguardo del distratto mondo. Un sintomo plateale, di una parola che non riesce ad esprimersi, un corpo  che non può passare nell’inascoltato… “Come se non si avesse il diritto di esistere ,ci si scusasse di occupare un po’ di spazio, si supplicasse il permesso di “essere”.4 Troppo spesso dietro queste anime che non mangiano, che vomitano, che rifiutano di permettere a se stesse di concedersi il lusso di un appagamento, troviamo madri che come Demetra non ce la fanno a tollerare la separazione dalle loro figlie, in un gioco di attrazione/repulsione non concedono spazio, a volte sono come censori, a volte come carcerieri, altre volte donne mai cresciute loro stesse, vittimizzate. Lune/madri che riflettono passivamente solo il loro egoismo e la loro inadeguatezza. E questo rapporto/capestro, astrologicamente, nei temi natali indagati, ci obbliga a segnalare la ripetizione degli stesse identiche dinamiche (e la statistica, altissima, ci lascia davvero impressionati!) .

(FINE PRIMA PARTE)  @tutti i diritti sono riservati

NOTE

  1. KORE SPROFONDA NEGLI INFERI-L’anoressia alla luce del mito-MARI ELA PANZECA
  2. Umberto Galimberti: Sospesi nell’aria ecco il nostro sogno”
  3. “Little Mary” dello scrittore scozzese James Matthew Barrie ,l’autore di Peter Pan
  4. ARCIPELAGO ANORESSIA-UNA FAME FREDDA- Anna Salvo e Ethel A.Giudiceandrea
  5. “La Donna che vive nel Lago”: DONNE CHE CORRONO COI LUPI – Clarissa Pinkola Estés
  6. La piccola fiammiferaia- è una fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen
  7. La lezione della Farfalla- https://www.youtube.com/watch?v=mMpHrsUUVLI
  8. Volevo essere una farfalla-Michela Marzano)
  9. Inno omerico dedicato a Demetra
  10. Anoressia, dal greco ἀνορεξία anorexía, comp. di an- priv. e órexis ‘appetito’. L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che ha origini antiche. La prima descrizione clinica risale al 1869 quando viene pubblicato il primo resoconto di 2 pazienti che rifiutavano di alimentarsi in assenza di cause organiche ,dal medico inglese Richard Morton. Il termine anoressia con il significato di oggi viene introdotto nel 1873 quasi contemporaneamente da Charles Lasegue (anoressia isterica) a Parigi e da William S. Gull (anoressia nervosa) a Londra . Fu lo stesso Lasegue a fornire la prima descrizione approfondita del nucleo centrale della patologia. Da quel momento in poi la descrizione dei casi e diventata abbastanza comune. Fra il 1889 e il 1911 si trovano contributi interessanti di famosi neurologi dell’epoca come Pierre Janet o Jean-Martine charcot. Una svolta importante si ebbe nel 1914 quando Morris Simmonds suggerì l’ipotesi fisiopatologica di un insufficienza pituitaria grave che secondo lui era la causa fondamentale del disturbo. Fu così che fino al 1930 l’approccio endocrinologico fece la parte del leone sulle ipotesi. Ma Fu solo a partire dal 1930 a seguito della pubblicazione di uno studio di Berkmann su 117 pazienti che l’interpretazione psicopatologica rese dignità scientifica. Grandi progressi sono stai da allora compiuti da Hilde Bruch, Arthur H. Crisp e Gerald F.M. Russell. Fra gli autori moderni per le ricerche e le acquisizioni terapeutiche compiute nel campo è senza dubbio Garnerna lui è da attribuirsi il più recente modello cognitivo-comportamentale di interpretazione dell ANORESSIA nervosa-FABIO PICCINI
  11. Bulimia l termine bulimia (AFI: /buliˈmia/[1][2]; dal greco βουλιμία, boulimía, propriamente “fame da bue”, composto di βοῦς, bôus, “bue”, e λιμός, limós, “fame”). Ma se l’A è una patologia che ha origini lontane non si può dire lo stesso della Bulimia Il termine B nervosa viene usato per la prima volta da Gerrald Russel nel 1979 per descrivere una particolare variante dell’anoressia. Risalendo a ritroso possiamo vedere che quadri di anoressia con condotte di eliminazione erano però già state citate da Lasegue e da Gull nel 1873. Ciò è dovuto alla difficoltà di individuare criteri attendibili per la diagnosi come patologia autonoma Nel 1980 ritroviamo dei criteri diagnostici della B. come categoria autonoma ma dovremo aspettare fino al 1987 per trovare criteri diagnostici del disturbo così come lo intendiamo. L’esposizione più chiara di B con i suoi meccanismi e i suoi modelli terapeutici è stata data nel 1986 da Christopher G. Fairburn, e Garner. Fairburn è anche coautore del testo di riferimento più usato dagli specialisti in materia di B. Comunque la bulimia intesa come abbuffarsi e poi vomitare è conosciuta anch’essa fin dall’antichità mentre la B.Nervosa come noi la intediamo oggi è un disturbo molto recente,un relazione al culto della magrezza che si è imposto nella nostra società. Nei confronti soprattutto del pregiudizio sull’obesità.-FABIO PICCINI
  12. BED– condizione in cui è presente l’impossibilità del soggetto a perdere peso anche con la prescrizione della dieta ma anche con un approccio cognitivo comportamentale non orientato a spezzare il circolo vizioso dieta restrittiva-abbuffata –abbassamento dell’autostima-ripresa del peso perduto –ulteriore dieta ancora più restrittiva) –FABIO PICCINI
  13. Ortoressia dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione psicologica per il mangiare sano. Chi soffre di ortoressia è infatti controllato da un vero e proprio fanatismo alimentare, un complesso di superiorità basato sul cibo che lo porta a disprezzare chi non mangia sano. http://www.fidadisturbialimentari.com
  14. dal latino pica, gazza, uccello che per definizione tende a far sparire ogni cosa capiti nel suo raggio d’azione. Designa la tendenza persistente (per un periodo di almeno un mese) a ingerire compulsivamente sostanze non commestibili. http://www.fidadisturbialimentari.com
  15. Mericismo (o disturbo di ruminazione) consiste nell’abitudine, persistente per almeno un mese, di rigurgitare, masticare, deglutire più e più volte lo stesso bolo alimentare. Si tratta di una ruminazione che , se non risolta in tempi brevi, può provocare serie conseguenze all’alimentazione del bambino se non addirittura risultare fatale. http://www.fidadisturbialimentari.com
  16. La bigoressia o dismorfofobia muscolare (conosciuta anche come vigoressia o complesso di Adone) è un disturbo di recente osservazione, presente in prevalenza nella popolazione maschile e in particolare tra i frequentatori di palestre e appassionati di body building. Il termine viene dall’inglese Big, ovvero “grande, grosso”, e indica la preoccupazione d’avere un fisico poco prestante o troppo magro in persone visibilmente muscolose. Inizialmente fu definita “anoressia inversa” proprio per la sua specularità rispetto alla condizione anoressica. http://www.fidadisturbialimentari.com
  17. Thorwald Dethlefsen. È stato uno psicoterapeuta, filosofo, esoterista e scrittore tedesco
  18. Lidia Fassio
  19. LETTERE A FABIOLA
  20. Fabio Piccini
  21. DONNE CHE MANGIANO TROPPO
  22. MAGRA DA MORIRE
  23. Arte e forma VALENTINA MEDDA
  24. Georg Simmel sociologo tedesco “La moda”
  25. DONNE CHE CORRONO COI LUPI – Clarissa Pinkola Estés
  26. ANNA EMILIA BERTI, ANNA SILVIA BOMBI-Introduzione alla psicologia dello sviluppo
  27. Il locus of control rappresenta l’atteggiamento mentale grazie al quale si riescono a influenzare le proprie azioni e i risultati che ne derivano Coloro che basano il loro successo lavorativo e credono di avere pieno controllo della loro vita hanno un locus of control interno. Al contrario, le persone che attribuiscono il loro successo o il fallimento a cause esterne hanno un locus of control esterno.Chi mostra un locus of control esterno percepisce gli eventi come imprevedibili, dipende dagli altri, ha bassa autostima, scarsa autoefficacia e attribuisce i propri insuccessi al destino o agli altri. http://www.stateofmind.it/2017/03/locus-of-control-psicologia/
  28. Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo della personalità i cui sintomi principali sono egocentrismo patologico, deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui[1][2] e bisogno di percepire ammirazione, che iniziano entro la prima età adulta e sono presenti in svariati contesti. . https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_narcisistico_di_personalità Narciso è l’uomo dimentico di essere lui stesso l’origine di ciò che nel mondo lo seduce e causa l’errore,si smarrisce e muore . Egli aliena nell’esteriorità l’idea di perfezione che in lui dimora e cerca di abbracciarne la fluida,ingannevole apparizione sullo schermo del divenire. “ (Elemire Zolla in Verità segrete esposte in evidenza)
  29. La dismorfofobia (dal greco antico dis – morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore) è la fobia che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un’eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea https://it.wikipedia.org/wiki/Dismorfofobia
  30. Il disturbo istrionico di personalità è un disturbo di personalità caratterizzato essenzialmente da un’intensa emotività, esternata con modalità teatrali, e da costanti tentativi di ottenere attenzione, approvazione e sostegno dagli altri, mediante comportamenti celatamente o apertamente seduttivi. Oltre allo stile interpersonale drammatico e inappropriatamente seduttivo, caratterizzano questo disturbo l’impressionabilità, la tendenza alla somatizzazione e la ricerca della novità.

 

BIBLIOGAFIA

ANORESSIA, BULIMIA, BINGE EATING DISORDER-Fabio Piccini

ARCIPELAGO ANORESSIA-UNA FAME FREDDA– Anna Salvo e Ethel A.Giudiceandrea

KORE SPROFONDA NEGLI INFERI-L’anoressia alla luce del mito-MARI ELA PANZECA

VOLEVO ESSERE UNA FARFALLA– Come l’Anoressia mi ha insegnato a vivere- MICHELA MARZANO

MAGRA DA MORIRE- Come sono uscita dalla Bulimia-Anoressia-Camille de Peretti

DONNE CHE MANGIANO TROPPO-Quando il cibo serve a compensare i disagi affettivi- Renate Gòckel

LETTERE A FABIOLA- Anoressia,Bulimia,Obesità,le donne si raccontano-a cura di Francesco Bergamin e Beatrice Bosi-Prefazione a cura di FABIOLA DE CLERCQ

DONNE CHE CORRONO COI LUPI – Clarissa Pinkola Estés

VITE DI SCARTO- Zygmunt Bauman

I MITI DEL NOSTRO TEMPO- Umberto Galimberti

ARTICOLI

Umberto Galimberti: Sospesi nell’aria ecco il nostro sogno”

BREVE STORIA DEI DCA- http://180gradi.org/2016/04/26/breve-storia-dei-dca/

AUTOSTIMA – http://www.stateofmind.it/tag/autostima/

Cos’è l’Autostima – a cura della Dr.ssa Marcella Altieri – http://www.funzioniobiettivo.it

ASTROLOGIA

La luna-Lidia Fassio/Venere-Lidia Fassio

 

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