Incontro con la “Terra”

Tratto dal sito IL CERCHIO DELLA LUNA

Simboli, Archetipi ed Energie

La Terra è l’elemento di tutta la natura, nei suoi tre regni minerale, vegetale ed animale, considerata da molte tradizioni il piu’ sacro e divino tra gli elementi.

Fertile e creativa, nutriente e rigogliosa, racchiude in sé sia le caratteristiche piu’ poetiche di grembo accogliente e materno che accoglie la vita e la nutre, che quelle piu’ “terrene” della costanza, la pazienza, la forza.

E’ materia pura, contrapposta allo spirito, che è aria e fuoco. Secondo le culture matriarcali, essa è il principio femminile per eccellenza, la Grande Madre aperta all’intervento fecondo del cielo. Nelle sue viscere infatti, essa accoglie e trasforma il seme del dio, al quale la Madre dà potenza. Essa stessa è quindi dotata di potenza magica.

La Terra crea e conserva la vita evitando ogni spreco, consapevole che ad ogni estate seguira’ l’inverno, nel ciclo delle stagioni, che è poi il ciclo della vita.

Essa è un’energia stabile, duratura, radicata e solida, fortemente connessa alla realtà quotidiana, al mondo dell’esperienza e dei sensi, e al contempo materna e nutriente.

I segni zodiacali appartenenti all’elemento di Terra sono il Toro, la Vergine e il Capricorno e rappresentano rispettivamente la terra fertile e selvatica, la terra coltivata e la terra invernale.

Quando la luna si trova nei segni di terra (Toro, Vergine, Capricorno) tutte le opere e i riti basati sulla terra hanno migliore riuscita: seminare, piantare e trapiantare, estirpare (in luna calante), lavori con i cristalli, purificazioni con il sale e la terra (in luna calante).

Le parti delle piante corrispondenti a questi giorni sono le radici.

Secondo le culture di stampo matriarcale, essa è il principio femminile per eccellenza, la Grande Madre aperta all’intervento fecondo del cielo. Nelle sue viscere infatti, essa accoglie e trasforma il seme del dio, seme al quale la Madre dà potenza. Essa stessa è quindi dotata di potenza magica. Materia contrapposta allo spirito, ma contemporaneamente indispensabile all’equilibrio dell’universo stesso.

La cultura sciamanica ha sempre tenuto in grande considerazione la Madre Terra, nutrendo per essa un profondo Amore e rispetto e beneficiando dei suoi frutti e dei suoi Spiriti.

Come in ogni cultura antica di stampo naturale, l’uomo è sempre stato ritenuto un elemento facente parte di questo universo, uno dei figli della terra stessa, una particella inserita in un contesto più ampio. Con l’avvento delle culture antropocentriche, la Natura è stata depredata e ferita nella sua sacralità: l’uomo è diventato il dominatore di tutte le cose, e animali, boschi, alberi, acque e la terra stessa, ne hanno fatto le gravi conseguenze, con effetti che inevitabilmente si riflettono sull’uomo stesso.

Lo Sciamanesimo beneficia della Terra (così come l’Acqua, il Fuoco e l’Aria) e dei suoi Spiriti per conoscere, per imparare, per guarire, per divinare, per Viaggiare…

Simbolismo:

La Terra è un’energia yin, come l’acqua, femminile e ricettiva.

La sua direzione è il Nord

lo strumento il pentacolo.

Il suo simbolo per eccellenza è l’albero, che assume in sé i concetti di saggezza, sacralità e potenza divina, oltre che essere il mezzo di trasporto attraverso gli stati dell’essere e del cosmo.

Tutte le creature con gli zoccoli, come i cervi, i cavalli e i bisonti, o con le zampe, come gli orsi e i lupi, sono sotto la sua tutela.

Le Dee della Terra sono Demetra, Freya, Parvati;

gli Dei Dioniso, Cernunno, Osiride e Pan.

Gli spiriti di natura della Terra sono gli gnomi.

Magia di terra

La magia della terra porta creativita’, concretezza, radicamento, prosperita’ e vita. Prendersi cura della natura e dell’ambiente, rispettarla e riconoscerne la sacralita’, è gia’ un principio di magia.

Forze naturali facenti parte della Terra.

Ecco riportati di seguito i principali elementi della Terra.

Tali elementi si esprimono in modo simbolico, energetico e “sottile”

Caverna: Consente l’accesso nelle viscere della terra ed è quindi un passaggio per l’Oltremondo. In genere le caverne sono luoghi oscuri e talvolta pericolosi, dove la luce del sole non giunge e quindi più a contatto con le potenze telluriche. Sono altresì popolate dai Nani, custodi delle ricchezze della Terra.

Valle Per la sua immagine richiama l’utero della terra, ricettacolo delle forze celesti. È dunque un luogo di fecondità e di trasformazione.

Erba La crescita dell’erba esprime l’attività delle forze vegetative della terra che vengono raccolte e rese disponibili a fini medicamentosi e terapeutici, oltre che magico-rituali.

Colline e montagne Le colline e montagne sono luoghi dove vivono Spiriti e Divinità.

Maggiore è l’altezza della montagna, maggiore è la vicinanza ai cieli, poiché aumenta la distanza dalla civiltà. Tutto ciò crea un senso di isolamento che permette momenti di profonda interiorizzazione.

Bosco E’ il luogo sacro e iniziatico per eccellenza abitato da forze sovrannaturali. Esistevano culti veri e propri legati ai boschi, a tal punto che le leggi cristiane nell’Uppland svedese ne proibirono il credo e le Pratiche.

Come aspetto iniziatico, il bosco è luogo dove si va per incontrare Spiriti e Dèi. È anche il luogo dove ci si apparta per un periodo di rigenerazione in attesa di entrare nel nuovo ciclo di vita.

Luogo di rigenerazione ma anche di Conoscenza, presenta talvolta spazi pericolosi come ogni luogo iniziatico. E’ però altresì fonte di vita e area di protezione così come si allude nel mito nordico nel quale Lif e Lifthrasir trovano rifugio durante il Crepuscolo degli Dèi, nutrendosi di rugiada in attesa dell’inizio del nuovo ciclo.

Albero Partecipa ai tre diversi stati dell’essere e nello stesso tempo ai tre strati dell’universo:

– Utgard, il Mondo di Sotto con le radici che sprofondano nella terra

– Midgard, il Mondo di Mezzo il cui tronco rappresenta il piano di superficie

– Asgard, il Mondo degli Dèi con i rami che si tendono verso i cieli

Legato alla concezione del cosmo, l’albero è immagine dell’ascesa verticale verso i Piani Alti e, come tale, fondamentale nelle culture sciamaniche e di grande importanza nelle civiltà antiche. L’albero assume in sé i concetti di saggezza, sacralità e potenza divina, oltre che mezzo di trasporto attraverso gli stati dell’essere e del cosmo. Spesso nei miti nordici, il guerriero o l’eroe vengono paragonati ad un albero, a simboleggiare la nobiltà dell’essere.

Rami Nutrito dalla linfa che sale dalle radici, il ramo con i suoi frutti, possiede la forza vitale dell’albero stesso. Così come appare nel “Carme di Sigdrifa”, ai rami è connessa la Medicina delle Rune che è poi Medicina Sciamanica. Questa scienza viene insegnata dalla Valkiria Sigdrifa a Sigfrido. Nella Tradizione del Nord, così come in molte altre Tradizioni antiche, la Conoscenza viene spesso trasmessa dall’elemento femminile a colui che supera le prove iniziatiche che gli vengono poste dinnanzi

Viaggio nel mito

“Gaia la Madre terra”

Si può avere la certezza di affermare che qualcosa è esistito prima di Gaia, la Terra?

Difficile immaginarlo, in quanto la nostra mente e i nostri sensi si intrecciano in modo irrevocabile con tutte le esperienze di vita che accumuliamo su questo pianeta. La bellezza di questo emisfero verde e azzurro, popolato da innumerevoli specie di animali, piante e altre forme di vita presenta una magnificienza tale da garantirgli rispetto e protezione.

Gaia è il nome della Dea attraverso cui gli antichi Greci onoravano la Terra.

In base a questa credenza, Gaia, fecondo ventre cosinico scaturito dal primordiale spazio interstellare noto con l’appellativo di Caos, sarebbe esistita prima di qualsiasi altra forma di vita. Gaia ha generato il cielo, da lei battezzato Urano, affinché le tenesse compagnia e facesse l’amore con lei.

Il cielo che si protendeva al di sopra della Terra ha creato molti figli nle grande ventre di Gaia, ma Urano, temendo che la loro forza potesse essere superiore a a sua, ha proibito a Gaia di partorirli.

Nondimeno, a Cronos, il Tempo, il più forte dei suoi figli, Gaia donò una falce fatta con un materiale duro come l’acciaio e simile al diamante: con essa Cronos avrebbe reciso i genitali di Urano ponendosi all’entrata del ventre materno.

Ciò ha permesso a Gaia di creare tutti gli dèi e tutte le dee dell’antica Grecia.

Presso il celeberrimo tempio innalzato a Delfi in suo onore, si recavano le sacerdotesse che gettavano manciate di erbe sacre all’interno di un calderone, ricorrendo al fragrante fumo che ne scaturiva per invocare l’eterna saggezza di Gaia.

Demetra,dea della fertilità

L’archetipo

Demetra rappresenta l’energia materna per eccellenza, la vera nutrice e protettrice dei giovani e vulnerabili. Non necessariamente è la madre biologica delle sue creature, poichè sa nutrire con pari amore anche amici, conoscenti e compagni, che in lei vedono la buona madre sulla cui spalla si può piangere. Il suo senso protettivo e la sua determinazione nel difendere sono leggendarie, come l’orsa che protegge il suo cucciolo. Il suo limite consiste nell’identificarsi nel solo ruolo di madre e nella difficoltà a lasciare andare le sue creature.

La donna che incarna l’archetipo Demetra ha bisogno di comprendere che, come la natura con il ciclo delle stagioni insegna, il cambiamento è parte del ciclo naturale delle cose, e resistere ad esso significa solo ristagnare.

La Dea della fertilità può essere madre di tante creature, di un figlio, di un animale, di un opera d’arte o di un progetto creativo. Ma qualsiasi sia l’oggetto del suo amore, deve imparare a lasciarlo andare, affinchè a sua volta segua il suo percorso.

Il Mito

Antica Dea greca della natura e delle messi, simbolizza l’energia materna archetipica.

Dea di fertilità, presiede al ciclo naturale di morte e rinascita.

Figlia di Rea e di Crono, Demetra è sorella maggiore di Zeus, con cui concepì l’adorata figlia Persefone-Kore.

Ma un giorno Persefone, fresca come un fiore, scomparve e sua madre non riuscì a trovarla da nessuna parte. Piangente, Demetra cercò e ricercò ovunque nelle campagne chiamando a gran voce questa figlia che le era tanto vicina da sembrare quasi un suo doppio, la sua infanzia, la sua giovinezza felice. In preda all’ira Demetra afferrò il suo manto verde-azzurro e quasi senza pensarci lo fece in minuti pezzi e li sparse tra l’erba ovunque come fossero spighe di grano. Ma fiori ed erba appassirono ben presto perché la stessa Demetra era l’origine di ogni crescita e il suo dolore faceva sì che la sua energia abbandonasse le piante, che cominciarono ad avvizzire. Fu così che Chloè (la verde), la gioiosa terra, si trasformò per la prima volta nella Demetra autunnale, dai colori giallo oro.

Il più importante mito legato a Demetra, che costituisce anche il cuore dei riti dei Misteri Eleusini, è la sua relazione con Persefone, sua figlia nonché incarnazione della dea stessa da giovane. Nel pantheon classico greco, Persefone ricoprì il ruolo di moglie di Ade, il dio degli inferi. Diventò la dea del mondo sotterraneo quando, mentre stava giocando sulle sponde del Lago di Pergusa, in Sicilia, con alcune ninfe (secondo un’altra versione con Leucippe) che poi Demetra punì per non essersi opposte a ciò che accadeva trasformandole in sirene, Ade la rapì dalla terra e la portò con sé nel suo regno. La vita sulla terra si fermò e la disperata dea della terra Demetra cominciò ad andare in cerca della figlia perduta, riposandosi soltanto quando si sedette brevemente sulla pietra Agelasta. Alla fine Zeus, non potendo più permettere che la terra stesse morendo, costrinse Ade a lasciar tornare Persefone e mandò Hermes a riprenderla. Prima di lasciarla andare, Ade la spinse con un trucco a mangiare sei semi di melagrana magici, che l’avrebbero da allora costretta a tornare nel mondo sotterraneo per sei mesi all’anno. Da quando Demetra e Persefone furono di nuovo insieme, la terra rifiorì e le piante crebbero rigogliose ma per sei mesi all’anno, quando Persefone è costretta a tornare nel mondo delle ombre, la terra ridiventa spoglia e infeconda. Questi sei mesi sono chiaramente quelli invernali, durante i quali in Grecia la maggior parte della vegetazione ingiallisce e muore.Vi sono comunque altre versioni della leggenda. Secondo una di queste è Ecate a salvare Persefone. Una delle più diffuse dice che Persefone non fu indotta a mangiare i sei semi con l’inganno, ma lo fece volontariamente perché si era affezionata ad Ade.”(wikipedia)

Questa storia greca della grande dea è un’evidente metafora del volger delle stagioni, ma rappresenta anche un tenero archetipo del legame tra madre e figlia. Pur essendo una variante del comune mito mediterraneo che mostra come la terra ami e consumi la sua vegetazione, questa leggenda ha di singolare l’accento posto non sull’amore sessuale tra il figlio che eternamente muore e la madre, ma sul legame familiare tra la materna Demetra e la sua adorata figlia Persefone. Questa figlia, la terra durante la primavera, in realtà era solo un’altra forma della stessa Demetra. In sicilia l’identità tra Demetra e Persefone era canonica: entrambe erano chiamate damatres (madri) e venivano raffigurate in modo indistinguibile. Ma la forma più comune della grande dea era una triade di dee e non una coppia. Molti studiosi hanno setacciato i più famosi miti di demetra sperando di trovare il terzo elemento della triade femminile, la terra invernale, la vecchia carica di età, il seme ibernato.

In generale la riflessione si è soffermata su Ecate, che certamente sembra essere la più simile a una vecchia ta le possibili figure divine del racconto. In più essa compare nei punti cruciali della storia, per esempio era l’unica testimone della scomparsa di Persefone. Dato che difficilmente l’onnisciente terra, Demetra, poteva ignorare ciò che accadeva sulla superficie, è ragionevole pensare che Ecate fosse un aspetto della stessa Demetra in qualità di madre terra.

Il nome e i suoi attributi

Madre terra è solo uno dei possibli significati del nome di Demetra.

La seconda parte della parola significa al di là di ogni dubbio “madre”.

Tuttavia la prima parte si può tradurre altrettanto bene con cereale quanto terra, il che fa di Lei non più la dea della superficide della terra ma solo di quella parte della superficie che è coltivata, quella che sostenta le piante parallela alla Cerere romana. Se il nome damater deriva da radici che rimandano alla madre terra la dea diventa un’altra forma di Ge o Gea. In quanto tale, in certe leggende compare come la compagna di Poseidone* che significa appunto ”il marito di da”.

Il culto

Sia come simbolo dell’intera terra, sia come simbolo della vegetazione commestibile, Demetra era adorata con sacrifici in cui si faceva uso del fuoco, poiché era necessario che le offerte fossero presentate così come si trovavano in natura.

Favi di miele, lana non filata, uva non spremuta, frumento non cotto venivano posti sui suoi altari. Non erano per lei le offerte di vini, dolci e tessuti: Demetra rappresentava il principio dei prodotti naturali, non artificiali.

Ella donò al genere umano la conoscenza delle tecniche agricole: la semina, l’aratura, la mietitura e le altre correlate. Come tale era particolarmente venerata dagli abitanti delle zone rurali, in parte perché beneficavano direttamente della sua assistenza, in parte perché nelle campagne c’è una maggiore tendenza a mantenere in vita le antiche tradizioni, e Demetra aveva un ruolo centrale nella religiosità Greca delle epoche pre-classiche. Esclusivamente in relazione al suo culto sono state trovate offerte votive, come porcellini di creta, realizzati già nel Neolitico.

In epoca romana, quando si verificava un lutto in famiglia, c’era l’usanza di sacrificare una scrofa a Demetra per purificare la casa.

I luoghi principali in cui il culto di Demetra era praticato si trovavano sparsi indifferentemente per tutto il mondo Greco: templi sorgevano ad Eleusi in Sicilia, Ermione, Creta, Megara, Lerna, Egila, Munichia, Corinto, Delo, Piene, Agrigento, Lasos, Pergamo, Selinunte, Tegea, Mesembria, Thorikos, Dion, Licosura, Enna e Samotracia.

Ma la sua festa più importante, dedicata anche a Persefone Kore, veniva tenuta ad Eleusi dove i greci annualmente celebravano i misteri che mettevano l’iniziato in uno stato di grazia e di gratitudine verso la Madre. Durante le feste che duravano tre giorni i mystai imitavano Demetra nella sua ricerca disperata di Persefone rinnnovando poi il tripudio allorchè ancora una volta ella si riuniva con la figlia. Nella loro pantomima erano dapprima Demetra Erynes (irata), furiosa e triste per la perdita di Persefone, poi assumevano il ruolo felice di Demetra Louisa (amorevole), la madre trasformata dal ritrovamento della figlia. In altri luoghi e in altri tempi, Demetra ha avuto altri attributi: Kidaria (maschera), Chamaine (suolo), e la potente Thesmoforos (legislatrice), ordinatrice non solo delle stagioni, ma anche della vita umana.

 

 

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