Voglio proporvi una ricerca davvero esaustiva dal sito IlcerchiodellaLuna su una delle Dee lunari più controversa e difficile,Ecate
Armativi di pazienza e taccuino per appunti..perchè ne vale la pena
“Se tento di rappresentarla alla mia mente, vedo una donna che mi fa cenno di andare verso di lei. Mi incita a mietere l’intero raccolto che posso avere da me stessa, ad andare oltre ciò che percepisco come confine e che in realtà è la parete di una gabbia che io stessa ho contribuito a costruire.”
Ecate la giovane e l’anziana, Ecate l’esploratrice della psiche, Ecate levatrice e accompagnatrice dei morti, Ecate Dea dei crocicchi, Ecate la potente e la saggia, Ecate trivia, Ecate la multiforme.
Ci è piaciuto dare particolare rilievo alle sue origini da levatrice e alla sua valenza di saggia e anziana, per dare spazio ad un tema che da tempo desideravamo trattare, l’incontro con la menopausa, l’età del vero potere di ogni donna.
Il nome
L’etimologia più diffusa del nome Ecate la fa derivare dall’equivalente femminile di Hekatos, un oscuro epiteto di Apollo (Ecate e Apollo erano spesso abbinati nei luoghi oracolari). E’stato tradotto in vari modi, come “che colpisce, che opera da lontano”.Secondo altri, il nome deriverebbe dal termine greco per “desiderio, volere”, in riferimento al suo potere di realizzare i desideri dei mortali.Per altri ancora il suo nome avrebbe la stessa radice della parola greca “cento”, allude alle molte forme che lei può assumere: Ecate, discendente dei Titani, la “multiforme”.Fra le dee mediterranee, colpisce la vicinanza del nome Ecate con quello della dea-levatrice egizia Heqit, Heket o Hekat.L’anziana era la matriarca tribale dell’Egitto pre-dinastico ed era nota come una donna saggia. Heket era una dea dalla testa di rana che era connessa con lo stato embrionale quando il seme morto si decompone e inizia a germinare. Ella era inoltre una delle levatrici che assistono ogni giorno alla nascita del Sole. Tutte queste analogie con Ecate, al di là del nome, farebbero pensare ad un originario archetipo comune.Da ultimo, sempre in ambito egizio, Heka era il termine per indicare la magia (vi era una dìivinità Heka, spesso rappresentata come una combinazione di molti dei), legata al termine ka, energia vitale, anima o spirito, per cui heka era letteralmente il “rendere attivo il ka”.
Le origini
Antica dea legata alla fertilità e al ciclo della vita, Ecate entra quindi nel mondo greco e viene descritta come una dei Titani, sebbene le sue origini fossero antecedenti al pantheon olimpico. Essendo esistita prima che le tre ondate di Ioni, Achei e Dori invadessero la Grecia, Ecate prese il suo posto tra le altre divinità pre-elleniche come Afrodite, Artemide, Atena/Metis, Demetra, Persefone, Gaia, Era, Rea, eccetera.
La tradizione più antica la riconosce come una divinità pre-olimpica e ne fa la figlia di Erebo e Notte.Fino a quando il suo collegamento alla fecondità non venne oscurato, si disse che era la madre di Circe o delle Tre Grazie.
Nella Teogonia di Esiodo si afferma che Ecate era figlia dei due titani Perse ed Asteria, entrambi simboli della luce splendente. Esiodo la descrive come Regina delle Stelle, figlia della vergine madre Asteria (stellata) e destinata ad ereditare il trono di Regina del Cielo.Asteria era una delle sorelle di Leto, che diede alla luce Apollo e Artemide, facendo dunque di Ecate una cugina di Artemide.A riprova dell’alta considerazione che i greci avevano per le antiche origini di questa Dea, fu a Lei riconosciuto un potere posseduto da Zeus : quello di concedere o vietare all’umanità la realizzazione dei desideri.Di fatto la documentazione che la riguarda è alquanto scarsa e nell’ambito della mitologia greca sono poche le interazioni che ebbe con le altre divinità e questo potrebbe avvalorare la tesi circa sue antichissime origini.
I simboli di Ecate
Ecate custodisce e presiede i crocevia: qualunque incrocio, in particolare quello di incontro di tre vie, è a lei sacro ed un tempo vi erano edificate edicole ed effigi in suo onore.Molte credenze e rituali di derivazione contadina approdano nella loro fase culminante proprio nei crocevia e ai trivi. Proprio in questi luoghi si portano le offerte in suo onore. Poste agli incroci di tre strade, le statue di Ecate proteggevano i viandanti, aiutandoli a scegliere il percorso giusto e ad individuare i passaggi meno rischiosi. Ecco perché in alcune rappresentazioni Ecate ha addirittura tre teste, ognuna che guarda in una diversa direzione.La cristianità ne ha fatto invece territorio diabolico dove vi si seppellivano i suicidi. Il crocicchio è, al contrario, un posto di concentrazione di energie: le strade, i cammini, i destini si incrociano e portano ad una scelta. Ecate è la dea delle scelte e della libertà di scelta.
La torcia è come abbiamo detto uno degli attributi fondamentali di Ecate, luce che illumina le tenebre, sapienza divina, essenza divina di luce. La torcia di Ecate serve a illuminare le anime nel loro passaggio dalla luce all’oscurità, ma anchead accendere la scintilla della vita per farla uscire dalle tenebre. – Ecate presente in molti luoghi oracolari (es Sibilla Cumana) ci parla anche di due facce della luce di saggezza: quella apollinea della luce diurna e quella interiore di Ecate notturna.
Il coltello appare in molte rappresentazioni di Ecate, forse associato al suo ruolo di levatrice (per tagliare il cordone ombelicale), ma è associato anche al suo ruolo di accompagnatrice nella morte, dove taglia i legami fra il corpo fisisco e lo spirito.
Quello della chiave è un attributo significativo di Ecate guardiana delle soglie.Hekate Kleidoukoz (Kleidoukos) è “Colei che tiene la chiave” che controlla il passaggio dal mondo della superficie al mondo ctonio dell’Ade., dal regno del conosciuto a quello dello sconosciuto. Ecate guida di Persefone agli Inferi è anche la custode dei misteri, la sacerdotessa che trasmette i segreti della conoscenza.
Appartenente al mondo animale è il simbolo del serpente, associato all’idea del labirinto.Il serpente è animale che emerge dal mondo ctonio, associato alla rigenerazione e al rinnovamento per il suo cambiare pelle.
Nel cosidetto Oracolo caldeo, edito ad Alessandria, la Dea era associata al simbolo noto come ruota di Ecate, con forme serpentine che disegnano una figura labirintica a tre direzioni.
Triplicità, vita morte e rinascita, rinnovamento e altri dei suoi significati sono racchiusi in questo simbolo.
Il cane è invece simbolo dell’Oltretomba, antica guida per i morti.Le apparizioni o la presenza di Ecate ai crocicchi era manifestata proprio dai latrati lontani dei cani. Numerosi sono i simboli che condivide con la figura di Cerbero, custode dell’Ade.
Altri animali simbolo di Ecate sono i cavalli e i gatti neri. La civetta è sua messaggera. I suo carro è tirato da dragoni.
Una e trina
Il mito di Ecate ed il simbolismo ad esso associato sono assai complessi. Essa è contemporaneamente una e trina, in quanto riunisce in sé i tre aspetti, che sono stati visti da alcuni contemporanei come quello di fanciulla, di madre e di anziana (da cui il nome latino Trivia).
Per gli antichi greci le divinità femminili associate alla Luna erano principalmente tre: Selene (la luna piena), Artemide (la luna nuova) ed Ecate (la luna calante), in seguito riprese dalla civiltà romana, con i nomi di Luna, Diana ed Ecate . Ella sarebbe la rappresentazione di uno dei tre aspetti della madre terra, Demetra, che annoverava anche la vergine Persefone e la saggia Ecate, lo stadio finale della crescita di ogni donna. In virtù della sua natura trina, viene vista anche come dea del tempo e del destino, affine alle Parche e alle Moire, per la sua capacità di guardare al passato, al presente e al futuro.
Sempre tre sarebbero i mondi cui appartiene, essendo in grado di attraversare liberamente il mondo degli Inferi, quello degli uomini e quello degli Dei.
Così cita lo scrittore latino Ovidio, nei “Fasti”:
“…le facce di Ecate si volgono verso tre parti / perché guarda i crocicchi che si dividono in tre strade…”
Questo presiedere ai crocicchi formati da tre strade ci ricorda peraltro una realtà fisiologica: è analogo al modo in cui funziona il sistema nervoso umano, per i suoi triplici incroci interni.
I suoi poteri
Come abbiamo visto, già nel nome Ecate è profondamente connessa all’idea di potere, potere magico. Le ‘parole di potere’ (o incantesimi) sono collegate ad Ecate: il termine egiziano ‘heka’, ciò che rende attivo il ka, indica il dare voce a un intento, in modo che gli effetti si manifestino immediatamente dopo che esso ha lasciato le labbra di chi lo esprime. La magia della volontà, della volontà che si esprime e crea.
Nonostante le sue rare apparizioni nell’ambito dell’Olimpo, Ecate mantenne il dominio su cielo, terra e mondo sotterraneo, nonché il ruolo di custode della ricchezza e delle benedizioni della vita. Come abbiamo visto Zeus stesso non osò destituirla, sebbene il potere di Ecate fosse rimasto grande quanto- se non più- del suo. Anzi la onorò al punto di concederle l’antico potere di donare o negare ai mortali i loro desideri. Tra i suoi attributi riconosciamo anche l’onniscenza, in quanto conosce passato presente e futuro di ognuno, e in virtù di ciò simboleggia il collegamento fra le vite passate e quelle che dovranno venire.
Viene infatti rappresentata con un libro in una mano ed una torcia nell’altra, a indicarne la profonda conoscenza e saggezza ed il suo ruolo di guida nell’oscurità.
Conseguentemente alla sua associazione con Persefone, e alle sue origini come Heket, la dea levatrice egizia (di cui parleremo più avanti), ella è connessa con il concetto di morte e rigenerazione. E’ suo compito infatti accompagnare le anime nel regno dei morti, ma lei fa anche il percorso inverso, cioè conduce dalla morte alla vita e sin dalla nascita illumina la strada nell’oscurità, dunque rappresenta anche il coraggio di avventurarci dove non conosciamo la strada, il coraggio di andare oltre i nostri limiti. Ecate, quindi, è il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti, che unisce tenebre e luce. Il buio è anche ciò che per noi è ignoto, l’inconscio, quanto nella nostra vita è nascosto ma presente. Ecate è la torcia che fa luce in questo reame sconfinato che spesso neghiamo, o forse non riconosciamo, di avere. La sua funzione è di guida, illuminazione e libertà. In tel senso, è simile a Virgilio: accompagnatrice saggia, ella ha la funzione di indicare le vie dei regni inferi, di illuminarle, lasciando a chi viene da ella accompagnato il suo percorso. Ecate è anche esperta nelle arti della divinazione. Ella dona agli umani i sogni e visioni che, se interpretati saggiamente, portano a grande chiarezza. Come abbiamo già accennato, era una delle dee legate agli oracoli delle Sibille.
La luna calante
Ecate vista come rappresentante la fase calante della luna, ci reca l’immagine della donna nell’età che coincide con la menopausa e la post-menopausa. Un tempo che contiene in sé la fanciulla e la madre, ma che di esse non conserva più gli obblighi, solo i doni. Contrariamente a quanto si pensa delle donne anziane, questa è una fase della vita in cui vi è saggezza, capacità introspettiva, ma anche indipendenza e potere sessuale e creativo.
L’anziana è l’agente del cambiamento e della trasformazione, poiché l’aver vissuto la pienezza della vita le permette di abbandonarsi all’oscurità e alla trasformazione, accogliendo il mistero della morte.
E’ questa Ecate, o Baba Yaga, o la Nonna Donna Ragno o la Morrigan ed altre ancora, antiche dee che rappresentano quella fase delle vita in cui è possibile, finalmente libere dai ritmi produttivi della giovinezza, sviluppare il lato magico, lasciando finalmente emergere la sciamana, la donna medicina o la guaritrice di campagna che è presente in ognuna di noi.
La Dea delle ombre
Per il mito, Ecate è parente ed antenata di Circe la quale, a sua volta, lo è di Medea: tre generazioni di maghe che rappresentano gli aspetti ambivalenti del femminino oscuro, dalla conoscenza del mistero della vita alla magia che manipola e costringe, animata dal desiderio di potere e di vendetta.A conoscenza delle leggi del mondo delle ombre, Ecate, Circe e Medea incarnano anche l’archetipo della Prima Donna, della Grande Dea alla quale ci si rivolgeva con fiducia ma, più spesso, con spavento poiché Ella poteva donare o riprendere la vita. Ad Ecate “dei tre volti”, dalla chioma serpentina, veniva attribuita di preferenza proprio quest’aura terrificante dagli Gnostici cristiani e dai neoplatonici che la collocavano nel terzo livello della gerarchia demoniaca femminile con ventisette demoni ai suoi ordini, come ventisette sono i giorni del mese lunare.
Dea dei crocevia, Dea “dai molti nomi”, era detentrice di tutti i segni magici.
Ecate triforme veniva onorata con un simulacro formato da tre maschere con riti mensili di purificazione detti “banchetti di Ecate” in cui si servivano simbolicamente carne di cane ed uova: proprio nelle uova, secondo la tradizione, passava ogni impurità che poteva essere eliminata nel ventre di Ecate, quale divinità delle potenze del sottosuolo. Si narrava che la terribile Dea si aggirasse di notte con i suoi feroci cani portando i viandanti fuori strada dopo incontri impressionanti con demoni che abitavano il cosiddetto “recesso di Ecate”, una profonda concavità della Luna nella quale, secondo Plutarco, le anime pagavano il fio delle loro colpe prima di morire e diventare demoni che, però, non sempre agivano come spiriti maligni potendo anche diventare di valido aiuto per i viventi.
Per Plutarco, Ecate è la Regina dei Demoni e dei Fantasmi, che portava morte, distruzione e terrore
Ma, come Dea della Notte, possedeva anche il dono della magia, della comprensione e dell’ispirazione inviando “visioni notturne”. Quale Regina degli Inferi, infatti, era la padrona di tutto ciò che vive nelle zone nascoste della psiche e dell’inconscio. Ecate, che ai tempi di Omero aveva ancora il “diadema luminoso” e la “mente candida” prima di assumere un’aura tenebrosa, era ritenuta in origine, con le sue tre teste di cane, leone e cavallo, simbolo della primitiva tripartizione dell’anno in tre stagioni.
Ecate, l’antica Dea e il patriarcato
Prima dell’avvento di Zeus e degli Dei Olimpici, segno del prevalere della società patriarcale-guerriera sul matriarcato, Ecate era considerata una positiva divinità della rigenerazione ma nel tempo, purtroppo, il “comune sentire” ha preferito evidenziare la sua capacità distruttrice piuttosto che la sua forza creatrice. Ecate era rappresentata allora perlopiù giovane e bella, al pari delle altre Dee.
La triplice Dea dal potere supremo è stata poco a poco confinata nel regno delle ombre e della stregoneria, tramutata in vecchia e venerata quasi esclusivamente dalle temutissime “Streghe tessaliche”. Per come già prima si è detto, a lei sola, oltre a Zeus, era riconosciuto il potere di concedere o vietare all’umanità l’appagamento dei desideri e di regolare, come Dea-Luna, le nascite di uomini, animali e piante. Un ruolo importantissimo, che però, con il passare del tempo, è stato ridimensionato: un potere così grande sulla Natura detenuto da una divinità femminile rischiava forse di fare troppa ombra ad un patriarcato ormai imperante sia nella società umana che, come riflesso, sull’Olimpo? Tale processo storico, cominciato nell’antica Grecia, continuato a Roma e poi perfezionato con il Cristianesimo istituzionalizzato, ha voluto trasformare la primordiale Dea-donna in un’entità infernale. Ormai la Dea dall’aspetto più misterioso della Luna, quella velata che si cela per morire e poi rinascere alla luce, era diventata, nell’immaginario collettivo, la Regina delle Streghe, colei che preparava filtri letali in quel paiolo di rame che, in realtà, è la lontana memoria dell’arcaico recipiente materno della fecondità e della rinascita. La Luna Vegliarda, simboleggiata dalla saggia e potente Ecate, è stata tramutata in una vecchia strega vestita di nero, con un nero cappellaccio, emblema del suo aspetto notturno e tenebroso, ed a cavallo d’una scopa. Scrive Maria di Rienzo: “A livello simbolico si può dire che la corrente del fiume la trascinò ancor più lontana da ciò che era stata. Dei tre regni, le fu lasciato il mondo sotterraneo, dove divenne l’oscura e supremamente malevola signora della notte. Svilita e maledetta, accompagnata solo da gufi e cani neri, ispiratrice di ogni malvagità e blasfemia. I funzionari dell’Inquisizione la menzionavano ai torturati come appartenente alle legioni del Male
La storia di Ecate ci dice qualcosa sullo sviluppo della nostra storia collettiva come esseri umani, qualcosa di amaro e di troppo frequente. Forse dovremmo imparare di nuovo a conoscerla, questa iniziatrice e levatrice che si situa agli incroci dell’anima. Se tento di rappresentarla alla mia mente, vedo una donna che mi fa cenno di andare verso di lei. Mi incita a mietere l’intero raccolto che posso avere da me stessa, ad andare oltre ciò che percepisco come confine e che in realtà è la parete di una gabbia che io stessa ho contribuito a costruire. Mi domanda di riconoscere il primordiale e l’evoluto, l’inizio e la fine, la luce ed il buio, e di metterli in relazione. Mi chiede di guarire, e di diventare intera. Mi pone di fronte alla mia umana ed innata capacità di trasformazione. Mi ricorda che posso evocare i poteri della creazione, che giacciono intatti in me, con la parola: hekau. E’ tempo di salpare su un nuovo vascello, dice Ecate agli esseri umani. E’ tempo di uscire dalla crisalide e di entrare in una nuova intimità, una nuova vulnerabilità. Aprirsi, apprendere, andare. Metamorfosi. Non c’è d’aver paura: Ecate è una levatrice, e desidera solo aiutarci a nascere.”(6)
Un rito per Ecate oggi: il tempo della Menopausa
Ecate ci accompagna in molti passaggi della vita, ma la sua valenza di guida nei regni oscuri e di levatrice di una nuova nascita si presta in particolare per noi donne di oggi a diventare un riferimento nel tempo importantissimo della menopausa. Il passaggio alla menopausa, come tutti i passaggi della vita, ci impegna in una rinascita che attraversa la morte e il lutto, portandoci nel suo viaggio in quella zona liminale dove Ecate regna e illumina: il tempo intermedio, ciò che non è più e non è ancora.
Potete scegliere se celebrare il rito in questo tempo di mezzo, quando abitiamo la zona della soglia, oppure a menopausa ormai giunta, a sancire un passaggio avvenuto e un nuovo tempo, una nuova vita iniziata. Ad Ecate nel primo caso possiamo chiedere di essere guida per noi nella trasformazione, per giungere a condensare il nostro potere, per cristallizzare quanto abbiamo appreso, per essere consapevoli degli ultimi cicli, prendendo via via congedo dagli aspetti di noi che in essi vivevano. Possiamo chiederle di accompagnarci nella dimora della nostra profonda interiorità e guidarci verso quell’equilibrio nel nostro centro in cui poter trascorrere tempi sempre più lunghi. In questo tempo in cui le fluttuazioni sembrano talvolta amplificarsi, possiamo chiedere ad Ecate di illuminarci le vie degli incroci di energie che ci attraversano, aiutandoci a leggere il nuovo e il vecchio che si incontrano in noi e a riconoscere gli aspetti del nostro potere che si muove.(…)
La menopausa è più che mai per una donna il tempo della sacerdotessa, di colei che crea il rito. Ed Ecate dea lunare ci ricorda anche che il tempo della menopausa non è un tempo letteralmente ‘fermo e stabile’. Se la nostra oscillazione personale, il nostro ciclo mestruale è finito, ciò ci porta maggiormente in contatto con cicli più ampi, quello della luna, delle stagioni, del mondo e degli altri. Ci apriamo a un’appartenenza più vasta, possiamo diventare più sensibili al respiro della terra, alle fasi lunari, all’oceano di energia in cui tutta la vita, interconnessa, comunica. Non sarà un tempo privo di oscillazioni, certo che no. La vita è ciclo, oscillazione, per sua natura. E per qualcuna sarà un tempo di ritiro, di distacco dal mondo, di spazio dedicato allo spirito, per qualcun’altra al contario un tempo di impegno attivo per il mondo, di azione per quelle cause che appartengono all’umanità intera, o per la trasmissione della conoscenza.
Solo sarà diverso il modo con cui vivremo tutto ciò, se sapremo essere le regine del mondo spirituale, dimoranti nel centro della nostra interiorità, se sapremo cogliere i doni che il nuovo tempo ci offre.
Per regioni tecniche sono state omesse alcune parti,per completare la lettura vi consiglio di andare sul Sito Il cerchio della Luna
Testo e ricerca de Il Cerchio della Luna, ottobre 2009.
A cura di: Cinzia de Bartolo, Manuela Caregnato, Anna Pirera.
Alcuni brani del testo sono interamente tratti dalle principali fonti italiane online sulla Dea, citate qui di seguito in bibliografia.
…già 🙂
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conosco bene il sito, meraviglioso quest’articolo tra l’altro…
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